Come una boccata d'aria.
Come stare in spiaggia, sulla riva, la prima volta dopo un intero inverno, quando i piedi timidi s’immergono in acque piacevolmente fresche, ancora primaverili.
Come una scossa.
Una vibrazione.
Un rumore assordante.
Una benda colorata sugli occhi.
Uno sgambetto su una traiettoria troppo regolare.
Come uno strumento musicale un po’ accordato e un po’ anche stonato.
Come la radio in macchina, cambiare canale al momento giusto e trovare quel pezzo che fa venir voglia di aumentare il volume e chiudere il finestrino, per cantarlo forte.
Energia.
Rabbia che tuona.
Una doccia fresca in pieno agosto.
Come il campione di un profumo che non si conosce e che diventerà quello da usare sempre.
Increspatura di un mare sempre mosso, tempestoso da far spavento e calmo da cullare il sonno più mansueto.
Un volatile che plana libero nel vento.
Come la leggerezza.
Svegliarsi ben riposati al mattino.
Il cannocchiale per guardar oltre la prima occhiata.
Come la fila centrale al cinema con la visuale migliore.
Un piatto squisito da gustare senza dover poi pulirsi la bocca col tovagliolo.
Lui, così.
Ilaria Daddario