L'ha posata sul mobile marrone scuro, vicino alla finestra, quello con il graffio profondo. Credo di non averlo visto mai senza quel graffio.
Mi ha detto di non toccarla fino al suo ritorno. Adorabile tentativo di tenersi strette le sue cose, il suo contenitore di bellezze immortali, la sua illusione di avere il tempo stretto fra le mani. In fondo quanta cura ci vuole per scattare una foto, una di quelle che sembrano stare in silenzio e invece urlano istanti.
È tornata, l'ha sollevata portandosela al petto e mi ha sorriso compiaciuta, prima di sparire dietro la porta. Ho pensato che siamo talmente complessi, che poi amiamo le cose semplici.
Sposto gli occhi sulla finestra e mi accorgo che la luce è diventata più debole: sfacciato e fiero, il sole ha deciso che per oggi può bastare.
Spazio ad una luce nuova.
Ilaria Daddario