venerdì 22 ottobre 2021

Desiderio

 

<< Ma cosa vogliono che faccia coi miei occhi? Cosa devo guardare? >> 

Tra occhi e bocca, tra guardare dire. E sentire. Mi spacca in due e mi ricuce, ogni giorno, ogni volta. SPAZIO che si riempie di ciò che scelgo. Si ingrandisce e si rimpicciolisce. Una finestra che si apre e si chiude su un tempo scorrevole e impertinente. Accendo quella luce che era troppo fioca, che ora è più intensa, più calda, che ora ha un raggio molto più ampio. E scopro che posso guardare più a fondo, più in là. Sbatto le palpebre prendendo più tempo ora, come una carezza lenta sulle cose. SENTO. Sento che arriva e divampa, che si prende quello spazio, tutto, che va dagli occhi al cuore, alle mani, alla pancia, alle gambe, ovunque. Accartocciata nell'iride, quell'immagine. Nitida, irrequieta, fiera. È l'immagine di un desiderio appena venuto al mondo, fanciullo e innocente, POTENTE. 


Ilaria Daddario

sabato 9 ottobre 2021

Connessioni

 


 

Sono su un treno, mi sta riportando a casa mia. Fuori dal finestrino guardo scorrere immagini e me.

Oltre il vetro i colori si esprimono liberi, esplodono sfacciati e poi si mescolano l'uno all'altro. Elementi diversi e coraggiosi, capaci di connettersi e riversarsi in un unico insieme, si legano e si confondono inventando qualcosa di nuovo, ogni volta.

Mi raccontano dello scorrere di un tempo che è mio e di tutti, frettoloso e pigro, riempito e svuotato, a volte così discreto e a volte così ingombrante.

Piove.

Incuriosita e distratta sorpasso con gli occhi le gocce sul vetro e ascolto i miei respiri larghi posarsi su una strada bagnata con un cancello nero aperto, poi su un albero di ulivo dal tronco robusto e annodato, poi su un muretto a secco malandato, poi su una casa con lunghe tende bianche alle finestre, a coprire chissà quali storie.

Poi sul cielo.

Poi su un ponte: il collegamento tra ciò che è apparentemente lontano, separato, impossibile da raggiungere. Ponte di attraversamento tra ambivalenze, connessione di tutte le sfumature di una sola anima, sempre la stessa e anche continuamente rinnovata e nuova.

Guardo oltre il finestrino di questo treno che mi sta riportando a casa mia. Ma forse l'ho lasciata indietro o forse ci sono già o forse non ci arriverò mai, anima itinerante e nomade, seguace di un vento fresco che arriva da lontano e che porta dove non so, di luogo in luogo, di persona in persona, di emozione in emozione.

Qui la mia storia esiste già, radicata e leggera, piena di passeggeri, di fermate, di paesaggi, di direzioni.

Tutto così mio.


Ilaria Daddario

domenica 21 febbraio 2021

Un'esperienza per donarsi




Decisi di cominciare quest'esperienza perchè avevo voglia e bisogno di un'esperienza intensa, ricca, che mi facesse sentire viva; desideravo fortemente aiutare, immergermi in altre storie, conoscere altre realtà, sperimentarmi veramente e totalmente, corpo e anima.

Spesso, alla fine di un percorso, si è soliti evidenziare cosa si è imparato. In questo caso per me non si è trattato di questo, o meglio, non solo. Secondo me non solo ho potuto imparare, ma ho anche avuto un'occasione più grande: ho incontrato persone che soprattutto mi hanno concesso di guardare attraverso i loro occhi e sentire attraverso i loro cuori, insieme ai loro cuori. Giorno per giorno mi hanno permesso di entrare nelle loro vite, di conoscere le loro storie, d'immaginare la gente che hanno conosciuto, di sfiorare emozioni e amori, dolori e ferite, difficoltà e ostacoli, rinunce e sacrifici, speranze e sogni. E tutto questo mi rimarrà addosso per sempre, come un profumo che entra nei pori della pelle ma non si lava più via. Ci sono stati momenti dolci e intensi come carezze e momenti duri e dolorosi come schiaffi. Tra sorrisi e lacrime, tra risate e tensioni, tra grandi e piccole cose, ci siamo scontrati e poi incontrati e poi legati in una condivisione troppo profonda da descrivere, in una connessione di anime ed emozioni troppo forte da spiegare.

Abbiamo condiviso tutto in  questo lungo anno.

E non è stato per niente semplice: ho cercato di farmi conoscere, capire ed accettare dopo un inizio turbolento fatto di rifiuti, evitamenti e diffidenze. Sono stata tanto emozionata ed eccitata quanto in alcuni casi anche sconfortata. Sono stata nel mezzo di situazioni che si possono solo immaginare. Ho sofferto con loro per le brutte notizie e i fallimenti, i dolori e i momenti no. Ho condiviso la loro rabbia quando si sentivano incomprensi, soli e con le spalle al muro. Ho affrontato al loro fianco crisi, litigi, sfoghi e cambiamenti. Ci sono stati momenti di autentica difficoltà, di panico, di agitazione e preoccupazione. Ci sono state responsabilità. Ho visto gli inizi, gli svolgimenti ed anche le conclusioni: ci sono state quelle calde, dolci e a lieto fine, coronamento di percorsi di ritrovamento lunghi e difficili; ma ci sono state anche quelle che mi hanno fatto sentire il gelo dell'amore strappato, di separazioni che diventano dolori strazianti, di equilibri frantumati irrimediabilmente.

E poi ho riso con loro e festeggiato gioie, traguardi, novità e ricorrenze. Insieme abbiamo fatto tentativi, cercato, riflettuto, cambiato le cose, generato opportunità e novità, respirato freschezza. Ho visto piccoli e grandi cambiamenti e mi son sentita parte integrante e stimolante di alcuni di quelle trasformazioni. Ho conosciuto la capacità di rinascere ogni volta, partendo dal peggio. Ho aiutato, supportato, accompagnato stringendo le mani. Ho affrontato con loro la quotidianità, gli impegni, la vita comunitaria, la scuola, i doveri e i piaceri, pranzi e cene e merende e pause caffè, faccende domestiche e svaghi. Ci sono stati momenti nei quali li ho stretti forte a me, acconciato loro i capelli, preparato del cibo, svolto attività di ogni tipo. Sono stata con loro sui loro letti, nelle loro stanze, condividendo la loro intimità e sentendomi nel posto giusto. 

A distanza di un anno, mi sentivo ormai a casa, accolta, protetta e amata.

Le persone che ho incontrato mi hanno così guardato dentro da riuscire a riconoscere quando certi giorni ero triste o arrabbiata o stanca, e questo guardandomi negli occhi. E spessissimo sono state persino queste persone a prendersi cura di me. Ho ricevuto una generosità rara, attenzioni, interesse,  gesti e sorprese, che mi hanno commossa e meravigliata fino all'anima.

Passo dopo passo ho sentito questa gente arrivarmi accanto e dentro, scambiando vita e cuori, sfogliandoci come libri, conoscendo le trame reciproche e decorando le pagine più belle. 

Che tutto ciò che la vita non vi ha dato, vi arrivi in altre forme, nuove e più colorate.

Consiglierei a chiunque di provare sulla pelle esperienze come la mia, purché si abbia voglia di donarsi senza sconti, di esser pronti a tutto, di lasciarsi toccare dagli altri senza giudizio e timore, esponendo la parte più autentica di sè stessi.

Ilaria Daddario

venerdì 1 gennaio 2021

Buon inizio




È nel flusso delle nostre emozioni più intense che riusciamo ad esserci davvero.

Messi alla prova.

Con punti di forza e debolezze.

Capaci di splendere forte ed anche di toccare il fondo clamorosamente.

Come durante questo 2020.

Belli sempre, forti e fragili, semplici e ingarbugliati, composti ed arruffati, genuini e sofisticati.

Concludo con l'augurio di fare esperienza del tempo che è stato.

Ma soprattutto ci auguro di riempire l'anno che arriva con la capacità di sorprenderci ed entusiasmarci, sempre principianti di fronte all'imprevedibilità della vita, delle persone e delle emozioni autentiche, sentendoci coinvolti e curiosi, appassionati e partecipi.

Illuminati dal desiderio. 

Buon inizio a noi!

Ilaria Daddario