Il rumore delle cose scritte
Raccolta casuale del piacere e della bellezza di scrivere e condividere parole e forse, qualcosa in più. Racconti brevi, poesie, viaggi, pensieri, improvvisazioni. Sensazioni sulla pelle.
domenica 27 agosto 2023
Indonesia
lunedì 10 luglio 2023
Posto del cuore
Si, siam venuti soli.
L'acqua fresca e salata ci ha accolto, sapeva esattamente cosa dire e cosa fare con noi. Sapeva proprio come prenderci e senza accorgercene sono passate delle ore.
Senza braccia ci ha abbracciati, non tralasciando nessuna parte di noi, non dimenticando alcun dettaglio.
Poi ci ha consigliato di appoggiare tutto sulla sabbia lasciando asciugare al sole e al vento.
Loro, sapienti spalle del mare, hanno fatto tutto il resto.
Senza mani ci hanno accarezzati, sfiorando ogni parte di noi, non dimenticandone nessuna.
Per risanare ci vuole pazienza. E attenzione. E cura.
Per lasciarsi curare ci vuole pazienza. E coraggio.
Due sedute della stessa altalena che a volte potrebbero non oscillare allo stesso ritmo e invece altre volte diventare la seduta unica di un dondolo per due.
Ed è in questa complessa e sorprendente reciprocità che si comprende.
E si sceglie.
E si ritrova qualcosa.
E si perde qualcos'altro.
E si cresce.
E ci si ama un po' di più.
Consapevoli.
Ilaria Daddario
sabato 4 febbraio 2023
Bruci(ami)
Oggi fa molto freddo.
Eppure qualcosa, prepotentemente
si beffa di questo inverno e arde.
L'incendio è così potente,
mi viene da spegnerlo.
Non si estingue.
È così indomabile,
mi viene da contenerlo.
Non si controlla.
Ed è così imprudente,
mi viene da fuggire lontano.
La distanza è risolutiva
e mi ripara:
non sento odori
non vedo colori
non sento sapori
non mi brucio
nè odo rumori.
Se scappo
Basta incendio,
niente rischi
ci sono solo io.
Questo lo so fare.
Ma ad un tratto smetto di correre,
mi fermo.
Riposo.
Buio.
Silenzio.
Respiro.
Poi, piano,
un crepitìo.
Occhi spalancati, increduli.
Di nuovo.
Ancora.
Quell'incendio
è in me
non riesco a spegnermi.
Brucia ovunque io vada
non riesco a spegnerci.
Sei tu
non riesco a spegnerti.
Bruci(ami).
Ilaria Daddario
sabato 26 marzo 2022
Il telo delle occasioni
Dai, vediamoci. Però facciamolo in un posto nuovo, cambiamo abitudini, chiediamo indicazioni. E se non dovessero esser chiare, potremo chiederne ancora, tanto appoggiarsi e chiedere aiuto agli altri certe volte è anche meglio. Chiedi la strada per raggiungere il Quartiere Esitante. E guarda che forse quei passanti saranno si gentili nel suggerirti la strada, ma anche sbalorditi che tu lo chieda ed alzeranno gli occhi al cielo e ti chiederanno se sei proprio sicuro di volerci andare, ma non importa, tu non dar retta, tu rispondi di si, che sei sicuro. Tu prosegui. Ti avverto, è un casino, le strade sono confusionarie e i segnali stradali sono pochi e disordinati. Forse sarà necessario anche fermarsi per orientarsi o perdersi ancor più. Però si sa che chi sa guardare qualche dritta la trova sempre: per esempio, da qualche parte troverai un punto di riferimento che è il Bar Sorprese Imprevisti & Casini della Vita. Nelle recensioni i pareri dei clienti sono sempre discordanti, ma tutti ci entrano e ci rientrano perché pare ti servano prodotti che non hai ordinato e che però a volte ti piacciono pure e quindi alla fine ne vale la pena. Credo inoltre che nelle vicinanze troverai pure una grande fontana con le sculture di Giusto & Sbagliato. Si dai, avrai capito, quella che hanno distrutto e ricostruito tante volte, è famosa. Comunque sappi che Esitante non è poi così lontano dal Quartier Certezze, quello tutto preciso ed ordinato con le strade perfettamente illuminate e gli impianti d'irrigazione automatici. Poi hai presente l'incrocio tra Via del Cuore e Corso Razionale Gran Cervello? Ecco, da lì procedi sempre dritto e arriverai in Piazza delle Relazioni Complicate. Guarda che ci hanno messo una coppia di statue, Dare&Ricevere. Ok, ti aspetto lì. Porto io il telo grande delle Occasioni e ci stendiamo lì. Porto anche gli stuzzichini gusto Emozioni Miste. Tu al massimo porta qualche bottiglia fresca di Tentativi da stappare a mani nude, che la beviamo insieme e tra un sorso e l'altro, sai, viviamo un po' come ci viene.
Ilaria Daddario
[Ideato ed iniziato l'anno prima, il 23.04.2021. Rivisitato e concluso il 26.03.2022]
lunedì 3 gennaio 2022
L'altalena 2021
2021
[Che viene fuori se scrivo piccoli pensieri quasi ogni giorno per un anno e poi unisco tutto? - Un giro in altalena.]
Fermati e datti tregua. Respira. Hai il diritto di procedere
con più calma o addirittura di fermarti del tutto.
Una coperta che sprigiona il calore delle certezze. Del
posto più affidabile che conosco. Nel profondo di ciò che possiedo.
Alcuni vuoti sono da riempire col coraggio di dedicarsi a sé
stessi. Ritrovalo!
Come una delusione che giunge piano, ma frantumando ogni
certezza, rompendo sospiri di piacere e leggerezza; nuvole a ciel sereno.
Piacevolmente insieme.
Un fuoco che vuole continuare a bruciare forte, noncurante
del fumo.
Poter aiutare. In qualche modo, in ogni modo. Un salvagente
d’amore.
Un po’ intrappolata in me stessa. Un labirinto di scelte,
vicoli di sbagli, bivio di possibilità. Ci resto o mi arresto del tutto.
Il gusto amaro che fa sputare via ciò che non piace. Un
vestito troppo stretto.
Rigenerandomi ogni volta, in ogni nuovo corso d’acqua. Con
la mia pelle bagnata di un fresco coraggio.
Con poco e con tanto, per tutto e per niente. Contenere a
fatica qualcosa che straborda. Oltre. Necessità di svuotare per riempire
ancora. Lasciar andare, allentare.
Essere appassionati. Creativi. Fantasiosi. Carichi di colori
e meraviglie. Continuamente sorpresi e sorprendenti. Sempre nuovi. Mai uguali.
Tra mura che accolgono: condivisione, tepore domestico,
famiglia.
La bellezza di una proposta e la forza di un progetto, un
invito che spalanca cuore, speranza e passione.
Sforzo, impegno, dedizione, sacrificio. Farcela!
Raggiungere un traguardo, un obiettivo, una consapevolezza.
Pieno, ricco, prezioso. Da far girare la testa, come sanno
fare quelle emozioni intense. Come la delicatezza e la potenza di tante attenzioni
che arrivano forti, dritte fino a raggiungere la stanza al centro del cuore,
quella più calda e quella più piccola perché tanto di spazio ne serve poco
quando ci si stringe forte. Anima vibrante, occhi brillanti, cuore gonfio.
Acque agitate con alta marea. Del tutto esposti, difficili
aggrapparsi, impossibile riposarsi. Emozioni travolgenti bussano alla porta di
una dura, aspra mattinata al fianco di anime confuse.
Un abbraccio profondo che riesce a cullare debolezze e
fragilità del corpo e del cuore.
Un animo prezioso e puro, buono e delicato, fragile quanto
quei ricordi affievoliti dal tempo che ama raccontare e condividere e
facendomeli immaginare nitidamente attraverso i suoi occhi e le sue emozioni.
Tra i miei amori più dolci.
Di fronte al mare d’inverno.
Due persone che si spezzano ferocemente a vicenda, pur senza
sfiorarsi.
Com’è amara una fine.
Uno zoom sulle emozioni, su tutte quelle strade nel cuore.
Regaliamoci il modo e il tempo. Regaliamoci uno scambio
incondizionato. Regaliamoci relazioni che possano riempirci fino a strabordare.
Approfondire.
Spiragli di luce, prove di un’imprevedibilità che conforta,
accarezza, alleggerisce.
Riconciliare anime ferite.
Balcone con vista, vista su panorama di occasioni da
cogliere o da lasciar andare. Magari la prossima volta.
Oggi cuore stanco.
Cuore a cuore. Anima vicino anima. Occhi dentro occhi.
Nuove risate e piacevoli sorsi di freschezza.
Quando i colori si fanno più tetri.
Pungente. Quella delusione che va a finire nella tasca più
profonda della giacca, quella più vicina a dove si trova il cuore.
Probabilmente la cucirò con dei punti precisi e definitivi.
Piena di sole e di vento. Di cose e di persone. Una giornata
piena.
Si, siamo anche fragili, eccome. Alla nascita dovrebbero
scriverci addosso che siamo da maneggiare con cura. Come un tattoo che
suggerisca a tutti la cura necessaria. Si, siamo anche delicati, eccome.
Potremmo frantumarci e spesso accade. Ferite sulla pelle come nell’anima.
“Sento come un buco nel cuore”. A partire da questa frase, una riflessione. Mi
piace pensare che in quello squarcio doloroso si possa guardare, cercare,
scoprire, ritrovarsi. Fino a recuperare ogni pezzo di sé, riassemblando il
tutto in qualcosa di nuovo, ma che profuma sempre di noi.
Senza troppe domande. Baciata dalle novità.
Sprint di energia! Un lavoro che giunge finalmente al
termine.
Freddo. Oggi ho sentito tanto freddo. Nel posto sbagliato al
momento sbagliato, ho visto con questi occhi come può venir strappato alle
persone l’amore. Come può nascere un dolore. Crepe del cuore, equilibri
frantumati, forse, per sempre. Oggi ho sentito tanto freddo. Ora vado a
dormire. Al mattino il mio cuore indossa delle scure occhiaie per colpa di un
dispiacere che tieni svegli tutta la notte pur con gli occhi chiusi. Il calore
delle coperte non è bastato a riscaldarmi la sofferenza, a togliermi quel
freddo, non è bastato ad accarezzarmi l’anima. E il paradosso del corpo è che
ho sentito caldo per tutta la notte.
Mattine di consapevolezze e di percorsi.
Ti sei salvata!
Vivere gli ultimi giorni di un’esperienza lunga un anno
lascia addosso delle emozioni strane, non definite. Malinconia, tristezza,
tanta gratitudine. Mi tengo stretta le ultime occasioni, vado fino in fondo, mi
prendo tutto. Ultima settimana.
Si è presentata un’occasione bella. Improvvisa,
sorprendente, luminosa.
Oggi mi luccicano gli occhi. Luccicano di una speranza
nuova, di una volontà bella, di una motivazione intensa. Dita incrociate.
Completamente sospesa. In un precario equilibrio tra ciò che
non c’è e potrebbe esserci. Forse. Incerto. Non si sa e non si può sapere.
Aspettare, ancora. Spero…
Domani: che ne sarà di me?
Oggi sboccia un nuovo fiore.
L’emozione di un nuovo inizio, che vibra ed entusiasma come
non mai. Piccole fiamme accese.
Ore che scorrono senza che io me ne renda conto, nella
piacevolezza di un tempo ben speso, che mi riempie cuore e bagagli.
Che nottata inaspettata ed improvvisa. Prendersi tutto
l’istinto e il bello che c’è, finché ce n’è. Intenso come poche volte, acceso e
potente. Pericoloso.
Può mancare ciò che non si è mai posseduto davvero?
Un’illusione? Vorrei poter fermare il tempo, goderne ogni micro istante, più a
fondo, come fosse dilatato.
Primo giorno di una responsabilità tutta nuova, tutta mia,
solo mia. Grinta ed energia, gratitudine ed impegno. E che questa semina possa
essere tra le più ricche di sempre!
Da una parte un entusiasmo sconfinato, dall’altra una
mancanza insolita, che è ora di ammettere a me stessa.
Procedere ininterrottamente.
E ti chiedi se lo stai facendo bene, nel modo giusto, come
dovrebbe esser fatto. E ti chiedi se è giusto questo silenzio pieno di cose da
dire.
Ricominciare.
Ci si stranisce. Ci si preoccupa.
Stanca.
Resistente. Radici ancorate alla stabilità del suolo. Tenere
duro, comunque.
Una giornata carica di vibrazioni di ogni tipo.
Una domenica spenta ma che si accende in fondo di una cosa
buona. Il paradosso di quando esser negativa, è una notizia positiva! FUCK
COVID-19!
Una nuova carica, una nuova decisione.
Sistemando e rimettendo ogni cosa al proprio posto. Come
ghiaccio che, sciogliendosi, riempie un recipiente della giusta misura.
Giornate piene ed impegnative, necessità di ricaricare per
ciò che ancora sta per arrivare. Di bello.
E tutto tace. Solo la pioggia osa far rumore in una notte
silenziosa, temeraria come poche.
Debolezza.
Qualche livido sul cuore, fa un po’ male a ripensarci.
Oggi mi sono fatta un regalo.
Come può mancarmi così tanto ciò che non è mai stato davvero
mio? Come posso sentire in modo così potente ciò che è stato capace di crearmi
un livido così profondo?
Si procede. Sto anche laddove mi è difficile stare. Resisto.
Ci provo. Comprendo. Mi appassiono. Mi lancio. Cado. Come andrà non lo so, ma
uso ogni strumento che possiedo.
Gioco a creare. Mi rispecchio nell’arte, e mi riconosco.
Nuovi incontri. Nuovi scambi.
Stranezze. Un nuovo modo di sentirmi, di percepire.
Pandemia mondiale. Lockdown. Non succede niente di che;
eppure sento che in me si sta muovendo tutto.
Questa notte è più buia del solito. Forse perché sono io che
sto cercando quella luce che mi sembra così lontana, ora. Ma forse è tempo di
stare nel buio e nel silenzio, aspettando che i tempi siano maturi per tirar
fuori ogni colore, ogni suono.
Certo è strano quanto i cambiamenti possano arrivare in
fretta e senza preavviso. Le giornate, le cose, le persone, i progetti. Tutto
tranne ciò che avresti immaginato e ipotizzato. Niente per cui ti eri
preparata.
“Hai gli occhi stanchi” mi ha detto oggi una persona che non
mi conosce affatto.
Scalza, su un divano morbido. In piedi. In bilico, in tutta
la mia ambivalenza. Sottovoce, in uno sguardo.
Un’amica, un luogo qualsiasi, parole autentiche. Mi fa
sentire fortunata.
Disinnescare. Ridimensionare. Attenuare. Ammorbidire. A
volte per spegnere ci vuole più forza che per accendere. Quella forza e quel tempo
per arrotondare gli spigoli, per scavalcare i muri. Pronti a fare una carezza a
sé stessi e agli altri.
Notti di luna.
Termina un weekend all’insegna della leggerezza, della
sorpresa, del qui ed ora vissuto al massimo, dalla pancia che esprime volontà.
Tutto ciò di cui avevo bisogno, tutto ciò che desideravo in mezzo a rinunce e
restrizioni. Un sabato e una domenica che mi hanno svuotata e riempita allo
stesso tempo.
Più leggera, ho fatto ciò che era giusto per me. Ascolto me
e le mie esigenze, me e i miei bisogni, prima di tutto il resto.
Fare meno e fare meglio.
Due giorni a respirare mare e natura, complicità, avventura.
Meravigliosa sensazione di anima ritrovata…
Prolungamento di esperienze. Condivisione. Cooperazione.
FesteggiarSI.
Quelle amiche che ti fanno sentire bene, ritrovata, felice.
Quelle amiche che sono lì da 15 anni e conservano ancora quel profumo di fresco
e sorrisi spensierati e troppo belli.
Sentirmi libera. Ma libera davvero, finalmente, dopo troppo
tempo di maledette ed opprimenti restrizioni. Assaporare quella sensazione di
vita che scorre, adorare le relazioni, badare ad ogni piccolo dettaglio, porre
più attenzione, accarezzare le occasioni; oggi così libera, così felice!
Che qualcosa di nuovo cominci, più bello che mai. Buona
settimana a me!
Si. A volte bisogna esagerare!
Spensieratezza e risate fino a piangere.
Le persone sono una vera e propria scommessa con le
emozioni. Non sai e non saprai. Non lo so se voglio scommettere ancora, non lo
so se scommettere mi piace. Si spendono più energie per fare le guerre alle
persone, piuttosto che per amarle.
Di giornate spese a sorridere e a respirare, godendo del
vento.
Lanciarsi. Senza respiro. Occasioni.
Mi dondola il vento, mi accarezza la curiosità. Mi sento
leggera. E viva.
E se la passione brucia forte… che bruci! Che accenda ogni
mio senso, portandolo ovunque si possa andare.
La mia pelle, questa mattina, calda di raggi di sole
spuntati da solo qualche ora. Però già intensi, già capaci di penetrare, fino a
raggiungere quelle vibrazioni della mia energia. Niente occhiali da sole,
voglio prendermi anche la fatica per guardar bene davanti a me, con gli occhi
semichiusi. Cammino e mi accaldo, ma mi piace, mi fa sentire viva, attiva,
calda come quel sole che resterà alto fino a stasera, finché ce n’è, prima di perdersi
nell’orizzonte. Nelle zone d’ombra invece è fresco. Rigenerante, e sensazioni
diverse si alternano, lasciandomi indecisa su quale preferire. Perché
scegliere? Posso camminare ovunque, facendo slalom tra le mie luci e le mie
ombre, prendendomi tutto.
Tante cose, che non avevo previsto, che non immaginavo.
Un’estate piena di novità, conoscenze, condivisioni, libertà e leggerezza.
Un futuro che forse comincia a prendere forma e colore e
struttura.
Andando fuori da qualsiasi confine io potessi immaginare per
me. Andando verso un incontro nuovo, impensabile, sconosciuto, travolgente,
improvviso ed inspiegabile. Tra le protagoniste, ecco una me diversa, che non
esisteva prima, che non conosco ma che evidentemente vive e convive in me. Un
colore nuovo nel mio arcobaleno. Mi sconvolge ed affascina, mi spaventa e mi
attrae. Scappare o restare. Vivere.
Una realtà fatta di più alternative. Fatta di una diversità,
in fondo molto simile alla mia.
Mi spacca in due e mi ricuce. Ogni volta.
Pagine da riempire col coraggio di dedicarsi a sé stessi.
Come sospiri di piacevolezza. Che impresa! Appassionati e creativi. Così vivi.
In qualche modo, in ogni modo. Inzuppati di inchiostro colorato e meraviglia.
Continuamente sorpresi e sorprendenti. Sempre nuovi e mai uguali. Rigenerati
ogni volta, nel fluire di nuovi corsi d’acqua. E con la pelle bagnata di
rinnovata leggerezza.
Ce n’era voluto di tempo. Il tempo dei panni stesi al sole, in attesa di un’asciugatura completa e rigenerante.
Ilaria Daddario
venerdì 22 ottobre 2021
Desiderio
<< Ma cosa vogliono che faccia coi miei occhi? Cosa devo guardare? >>
Tra occhi e bocca, tra guardare dire. E sentire. Mi spacca in due e mi ricuce, ogni giorno, ogni volta. SPAZIO che si riempie di ciò che scelgo. Si ingrandisce e si rimpicciolisce. Una finestra che si apre e si chiude su un tempo scorrevole e impertinente. Accendo quella luce che era troppo fioca, che ora è più intensa, più calda, che ora ha un raggio molto più ampio. E scopro che posso guardare più a fondo, più in là. Sbatto le palpebre prendendo più tempo ora, come una carezza lenta sulle cose. SENTO. Sento che arriva e divampa, che si prende quello spazio, tutto, che va dagli occhi al cuore, alle mani, alla pancia, alle gambe, ovunque. Accartocciata nell'iride, quell'immagine. Nitida, irrequieta, fiera. È l'immagine di un desiderio appena venuto al mondo, fanciullo e innocente, POTENTE.
Ilaria Daddario
sabato 9 ottobre 2021
Connessioni
Sono su un treno, mi sta riportando a casa mia. Fuori dal finestrino guardo scorrere immagini e me.
Oltre il vetro i colori si esprimono liberi, esplodono sfacciati e poi si mescolano l'uno all'altro. Elementi diversi e coraggiosi, capaci di connettersi e riversarsi in un unico insieme, si legano e si confondono inventando qualcosa di nuovo, ogni volta.
Mi raccontano dello scorrere di un tempo che è mio e di tutti, frettoloso e pigro, riempito e svuotato, a volte così discreto e a volte così ingombrante.
Piove.
Incuriosita e distratta sorpasso con gli occhi le gocce sul vetro e ascolto i miei respiri larghi posarsi su una strada bagnata con un cancello nero aperto, poi su un albero di ulivo dal tronco robusto e annodato, poi su un muretto a secco malandato, poi su una casa con lunghe tende bianche alle finestre, a coprire chissà quali storie.
Poi sul cielo.
Poi su un ponte: il collegamento tra ciò che è apparentemente lontano, separato, impossibile da raggiungere. Ponte di attraversamento tra ambivalenze, connessione di tutte le sfumature di una sola anima, sempre la stessa e anche continuamente rinnovata e nuova.
Guardo oltre il finestrino di questo treno che mi sta riportando a casa mia. Ma forse l'ho lasciata indietro o forse ci sono già o forse non ci arriverò mai, anima itinerante e nomade, seguace di un vento fresco che arriva da lontano e che porta dove non so, di luogo in luogo, di persona in persona, di emozione in emozione.
Qui la mia storia esiste già, radicata e leggera, piena di passeggeri, di fermate, di paesaggi, di direzioni.
Tutto così mio.
Ilaria Daddario
domenica 21 febbraio 2021
Un'esperienza per donarsi
Decisi di cominciare quest'esperienza perchè avevo voglia e bisogno di un'esperienza intensa, ricca, che mi facesse sentire viva; desideravo fortemente aiutare, immergermi in altre storie, conoscere altre realtà, sperimentarmi veramente e totalmente, corpo e anima.
Spesso, alla fine di un percorso, si è soliti evidenziare cosa si è imparato. In questo caso per me non si è trattato di questo, o meglio, non solo. Secondo me non solo ho potuto imparare, ma ho anche avuto un'occasione più grande: ho incontrato persone che soprattutto mi hanno concesso di guardare attraverso i loro occhi e sentire attraverso i loro cuori, insieme ai loro cuori. Giorno per giorno mi hanno permesso di entrare nelle loro vite, di conoscere le loro storie, d'immaginare la gente che hanno conosciuto, di sfiorare emozioni e amori, dolori e ferite, difficoltà e ostacoli, rinunce e sacrifici, speranze e sogni. E tutto questo mi rimarrà addosso per sempre, come un profumo che entra nei pori della pelle ma non si lava più via. Ci sono stati momenti dolci e intensi come carezze e momenti duri e dolorosi come schiaffi. Tra sorrisi e lacrime, tra risate e tensioni, tra grandi e piccole cose, ci siamo scontrati e poi incontrati e poi legati in una condivisione troppo profonda da descrivere, in una connessione di anime ed emozioni troppo forte da spiegare.
Abbiamo condiviso tutto in questo lungo anno.
E non è stato per niente semplice: ho cercato di farmi conoscere, capire ed accettare dopo un inizio turbolento fatto di rifiuti, evitamenti e diffidenze. Sono stata tanto emozionata ed eccitata quanto in alcuni casi anche sconfortata. Sono stata nel mezzo di situazioni che si possono solo immaginare. Ho sofferto con loro per le brutte notizie e i fallimenti, i dolori e i momenti no. Ho condiviso la loro rabbia quando si sentivano incomprensi, soli e con le spalle al muro. Ho affrontato al loro fianco crisi, litigi, sfoghi e cambiamenti. Ci sono stati momenti di autentica difficoltà, di panico, di agitazione e preoccupazione. Ci sono state responsabilità. Ho visto gli inizi, gli svolgimenti ed anche le conclusioni: ci sono state quelle calde, dolci e a lieto fine, coronamento di percorsi di ritrovamento lunghi e difficili; ma ci sono state anche quelle che mi hanno fatto sentire il gelo dell'amore strappato, di separazioni che diventano dolori strazianti, di equilibri frantumati irrimediabilmente.
E poi ho riso con loro e festeggiato gioie, traguardi, novità e ricorrenze. Insieme abbiamo fatto tentativi, cercato, riflettuto, cambiato le cose, generato opportunità e novità, respirato freschezza. Ho visto piccoli e grandi cambiamenti e mi son sentita parte integrante e stimolante di alcuni di quelle trasformazioni. Ho conosciuto la capacità di rinascere ogni volta, partendo dal peggio. Ho aiutato, supportato, accompagnato stringendo le mani. Ho affrontato con loro la quotidianità, gli impegni, la vita comunitaria, la scuola, i doveri e i piaceri, pranzi e cene e merende e pause caffè, faccende domestiche e svaghi. Ci sono stati momenti nei quali li ho stretti forte a me, acconciato loro i capelli, preparato del cibo, svolto attività di ogni tipo. Sono stata con loro sui loro letti, nelle loro stanze, condividendo la loro intimità e sentendomi nel posto giusto.
A distanza di un anno, mi sentivo ormai a casa, accolta, protetta e amata.
Le persone che ho incontrato mi hanno così guardato dentro da riuscire a riconoscere quando certi giorni ero triste o arrabbiata o stanca, e questo guardandomi negli occhi. E spessissimo sono state persino queste persone a prendersi cura di me. Ho ricevuto una generosità rara, attenzioni, interesse, gesti e sorprese, che mi hanno commossa e meravigliata fino all'anima.
Passo dopo passo ho sentito questa gente arrivarmi accanto e dentro, scambiando vita e cuori, sfogliandoci come libri, conoscendo le trame reciproche e decorando le pagine più belle.
Che tutto ciò che la vita non vi ha dato, vi arrivi in altre forme, nuove e più colorate.
Consiglierei a chiunque di provare sulla pelle esperienze come la mia, purché si abbia voglia di donarsi senza sconti, di esser pronti a tutto, di lasciarsi toccare dagli altri senza giudizio e timore, esponendo la parte più autentica di sè stessi.
Ilaria Daddario
venerdì 1 gennaio 2021
Buon inizio
È nel flusso delle nostre emozioni più intense che riusciamo ad esserci davvero.
Messi alla prova.
Con punti di forza e debolezze.
Capaci di splendere forte ed anche di toccare il fondo clamorosamente.
Come durante questo 2020.
Belli sempre, forti e fragili, semplici e ingarbugliati, composti ed arruffati, genuini e sofisticati.
Concludo con l'augurio di fare esperienza del tempo che è stato.
Ma soprattutto ci auguro di riempire l'anno che arriva con la capacità di sorprenderci ed entusiasmarci, sempre principianti di fronte all'imprevedibilità della vita, delle persone e delle emozioni autentiche, sentendoci coinvolti e curiosi, appassionati e partecipi.
Illuminati dal desiderio.
Buon inizio a noi!
Ilaria Daddario
martedì 22 dicembre 2020
Così
Come una boccata d'aria.
Come stare in spiaggia, sulla riva, la prima volta dopo un intero inverno, quando i piedi timidi s’immergono in acque piacevolmente fresche, ancora primaverili.
Come una scossa.
Una vibrazione.
Un rumore assordante.
Una benda colorata sugli occhi.
Uno sgambetto su una traiettoria troppo regolare.
Come uno strumento musicale un po’ accordato e un po’ anche stonato.
Come la radio in macchina, cambiare canale al momento giusto e trovare quel pezzo che fa venir voglia di aumentare il volume e chiudere il finestrino, per cantarlo forte.
Energia.
Rabbia che tuona.
Una doccia fresca in pieno agosto.
Come il campione di un profumo che non si conosce e che diventerà quello da usare sempre.
Increspatura di un mare sempre mosso, tempestoso da far spavento e calmo da cullare il sonno più mansueto.
Un volatile che plana libero nel vento.
Come la leggerezza.
Svegliarsi ben riposati al mattino.
Il cannocchiale per guardar oltre la prima occhiata.
Come la fila centrale al cinema con la visuale migliore.
Un piatto squisito da gustare senza dover poi pulirsi la bocca col tovagliolo.
Lui, così.
Ilaria Daddario
lunedì 21 dicembre 2020
Persone sottovoce
Ilaria Daddario
giovedì 12 novembre 2020
E tu cos'hai perso?
Di una città con una strada vuota e di un cielo con un sole infuocato: di questo vorrei raccontare. Di emozioni in piazza, confuse. Di occhi agitati che esaminano cambiamenti, valutano alternative percorrendo tragitti inconsueti. Di un periodo storico cosparso di affannate preoccupazioni e interrogativi ostinati. Un vento leggero ma irrequieto sfiora le incertezze più intime. Paura e coraggio sono accovacciati in un angolo, abbracciati e scompigliati, smarriti, non conoscono il percorso e neppure la destinazione. Riferiscono che son passati lì davanti molti esseri umani e ognuno di loro, col viso coperto per metà e senza fermarsi, ha perso dalla tasca qualcosa.
Ilaria Daddario
lunedì 23 marzo 2020
Dal balcone
Ilaria Daddario
domenica 19 gennaio 2020
Conforto
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